A tal fine la proprietaria della pensione lo informa che la sua stanza deve essere liberata a causa dell'arrivo di una comitiva di stranieri venuti "per la cura delle acque", ma Stefano scopre dalla cameriera che quello è un semplice pretesto ("gli ultimi stranieri venuti qui furono quei maiali dei tedeschi durante la guerra").
Lidio, un giovane con la mente di bambino che serve come chierichetto e viene usato come factotum dagli abitanti del circondario, si offre di trovare a Stefano una sistemazione e lo accompagna in una villa patrizia semidiroccata, perduta nella campagna. Qui abita una vecchia paralitica, che apparentemente dipende da Lidio per la sua sopravvivenza e una seconda figura a cui il giovane (di nascosto dagli occhi del restauratore) consegna una tanica di fluido.
Nella polverosa magione Stefano trova un vecchissimo registratore a nastro, sul quale sono incisi i deliri del pittore Legnani, sospettando che qualcuno lo abbia lasciato apposta per farglielo trovare va in cerca dell'insegnante del paese ma trova solo la sua sostituta, Francesca, con la quale presto inizia una relazione.
La casa dalle finestre che ridono un film di Pupi Avati.
Con Gianni Cavina, Lino Capolicchio, Giulio Pizzirani, Francesca Marciano, Bob Tonelli.
Giallo, Italia, 1976
La casa dalle finestre che ridono parte 1
La casa dalle finestre che ridono parte 2
la trama di questo film non attira per niente
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