giovedì 26 novembre 2009

Gualtiero Jacopetti regista e personaggio scomodo

"Sono sempre stato un personaggio scomodo e ho filmato la realta' senza cedere a compromessi". Dichiarazione di Gualtiero Jacopetti, il grande regista e giornalista a cui la Fondazione Cinema per Roma dedica una serata in collaborazione con l'Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma. Nel corso dell'omaggio, che si terra' alla Casa del Cinema a partire dalle 20, verra' proiettato il documentario "L'importanza di essere scomodo: Gualtiero Jacopetti" con la regia di Andrea Bettinetti. Seguira' un incontro con il regista coordinato da Piera Detassis, direttore artistico del Festival Internazionale del Film di Roma, e Mario Sesti, curatore della sezione L'Altro Cinema - Extra. Infine, alle ore 22,30, verra' presentato il film inedito "Operazione Ricchezza" dello stesso autore. L'ingresso alla serata e' libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Nel corso dell'incontro con la stampa, Jacopetti ha a lungo riflettuto sul suo rapporto con il cinema italiano. "E' sempre stato prigioniero del provincialismo, dell'ideologia e della volonta' di adeguarsi - ha detto il regista -. Il nostro cinema affronta sempre le stesse storie che al di la' delle Alpi non vengono capite. Devo confessare che anche oggi, quando vedo in programma un film italiano, mi passa la voglia di andare a vederlo. E' una mia mancanza, lo ammetto, che forse nasce dal ricordo che ho del cinema degli anni Sessanta e Settanta". Ancora oggi il personaggio di Gualtiero Jacopetti, cosi' audace e anticonformista, che con film come "Mondo Candido" o "Africa Addio" era in grado di sollevare feroci polemiche, fa fatica ad essere accettato.
Gabriella Manfre', produttrice del documentario "L'importanza di essere scomodo: Gualtiero Jacopetti", ha sottolineato proprio questo aspetto. "Jacopetti purtroppo e' ancora considerato scomodo - dice - vorremmo distribuire il film, ma a parte i molti complimenti per la qualita' dell'opera, tutti si tirano indietro all'ultimo momento. Sara' molto piu' semplice venderlo all'estero che in Italia". Per quanto riguarda i documentaristi di oggi, il novantenne Jacopetti non ha dubbi.
"Non amo Michael Moore - confessa - lui parte con una tesi gia' prestabilita e fa di tutto per confermarla. E' molto lontano dal mio modo di procedere, non ho mai amato filmare qualcosa di gia' programmato, ma avere il gusto della scoperta, senza sapere da principio il soggetto. 'Africa Addio', uno dei miei film piu' controversi, e' nato cosi'. Sono stato fortunato, ho sempre avuto l'opportunita' di muovermi liberamente - sottolinea - e questo lo devo molto al mio produttore Angelo Rizzoli, a cui saro' sempre riconoscente".

Fonte AGI

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