
Nel mese di agosto del 1934 in una cittadina della provincia veneta il play-boy Vittorio Benvegnù, impiegato nell'agenzia matrimoniale dello zio Oscar, un individuo violento un tempo emigrato in America, viene da questi scacciato per avergli sedotto la moglie. Incontrato casualmente George Maniago, un robusto italo-americano venuto dagli Stati Uniti per trovare una moglie giovane ed illibata, Vittorio, intravvedendo l'occasione di soldi e svago, gli prospetta la possibilità di realizzare questo suo desiderio. A bordo di una Lancia Augusta cabriolet i due uomini attraversano la provincia veneta e la riviera adriatica in cerca della donna giusta. Nel corso di due settimane, tra vari equivoci, Vittorio ha così modo di presentare a George una ballerina del varietà, una matura vedova, un'avventuriera, una timida contadina sordomuta, una servotta, Antonietta, che, opportunamente abbigliata viene accettata come sposa da George. Poichè questi sembra soddisfatto, Vittorio contatta un gerarca fascista, suo amico, per ottenere subito il passaporto per la ragazza. Recatosi con costei ad Udine per ritirarlo, Vittorio, trascorrendo alcuni giorni con Antonietta, se ne innamora, anzi, le propone di sposarlo (anche se ha già una moglie, Elvira), prospettandole un avvenire di successi (l'impresa Etiopica è ormai nei programmi del fascismo e ci saranno gloria e soldi), per una vita rinnovata.